domenica 22 luglio 2012

ANCORA FANTASCIENZA COREANA


The Demon è un fumetto coreano edito in Italia qualche anno fa (da Jpop in volume unico). L’autore, Seok Jeong-Hyun, con l’aiuto del suo studio, Stone Age, mette in campo uno straordinario talento grafico che si materializza sotto forma di tavole realistiche, pittoriche. La storia non sfugge alle consuete influenze: Blade Runner, il nipponico Jin-Roh, i manga di Masamune Shirow. È infatti ambientata nella Seoul del 2020, ove a causa di una serie di calamità naturali (ci risiamo…) il 60% della popolazione mondiale è scomparsa. I sopravvissuti hanno sottoscritto un accordo di pace e costituito una sorta di Federazione Mondiale. L’esercito viene privatizzato e stringe accordi segreti con un network televisivo, il cui scopo è individuare persone dotate di speciali capacità da arruolare in propri corpi speciali. La ricerca di questi “umani ottimizzati” avviene tramite l’osservazione delle loro reazioni di fronte a programmi televisivi che contengono particolari impulsi visivi e sonori, nonché messaggi subliminali. L’esprimento porta però anche conseguenze impreviste: alcuni soggetti reagiscono violentemente a quei particolari stimoli televisivi. E qui comincia The Demon, col lettore scagliato al’interno dell’azione fin dalle primissime tavole, mentre la spiegazione dei retroscena avviene un po’ alla volta durante la narrazione. Un gruppo di soldati, intervenendo sul luogo ove è scoppitao un ordigno, presumibilmente a causa di un atto terroristico, si trova invece coinvolto in un complotto teso a eliminare persone che sanno troppo sui traffici segreti dell’esercito. La storia presenta alcuni elementi decisamente poco credibili, mentre la sceneggiatura talvolta incespica e soffre di ermetismo, ma è impossibile non lasciarsi coinvolgere e inquietare dagli straordinari disegni. Dominati dai colori cupi, che sottolineano l’atmosfera claiustrofobica di tutta la vicenda, appaiono curatissimi sia sul fronte dei personaggi sia su quello degli sfondi, rendendo credibile l’intero mondo fantastico che dipingono. Per scelta di inquadrature e tempi narrativi, The Demon è un vero e proprio film su carta, che avrebbe meritato molte più tavole per eliminare i gap narrativi di cui soffre. Seok Jeong-Hyun fa uso di più tecniche, passando dagli strumenti tradizionali al software, e sfrutta ampiamente le fotografie quale punto di partenza. Il risultato finale è comunque omogeneo, impeccabile, di un realismo che non è tuttavia stucchevole o noioso.


martedì 3 luglio 2012

FANTASCIENZA COREANA: SKY BLUE


Il film coreano in animazione Sky Blue, del 2004, è ancora inedito in Italia, ma è reperibile in inglese grazie a un’edizione della Tartan DVD che ha riscosso grandi consensi in Inghilterra. La storia è collocata in un futuro non troppo lontano, il 2142, e in una città gigantesca: Ecoban. Dopo un disastro ambientale di immani proporzioni, un’elite di esseri umani si è stabilita nella avanzatissima metropoli, sorta di futuristico paradiso. Ma ogni medaglia ha due facce: l’equilibrio di Ecoban si sostiene grazie ai diggers, uomini appartenenti a classi sociali inferiori che vivono in pessime condizioni fuori da Ecoban, ma la cui manodopera è indispensabile per fornirle energia. Il conflitto sociale è insomma pronto a esplodere, mentre l’immancabile love story sboccia tra un leader di ribelli e una poliziotta del “regime”, un tempo amici d’infanzia. Molti sono i richiami ad altre pellicole, l’immancabile Blade Runner ma anche Akira, da cui prende spunto per avveniristiche moto (però quelle di Sky Blue volano!). Visivamente il film è di altissimo livello, mescolando la computer graphic in 3D per sfondi e macchinari con l’animazione tradizionale in 2D per i personaggi. Il risultato finale è un contrasto ben riuscito, suggestivo, talvolta persino visionario. Merita, tra i tanti dettagli, di essere menzionato il Guggenheim Museum, inserito di peso in Ecoban e al cui interno sono riprodotte famose opere d’arte, tra cui una di Roy Lichtenstein della nota serie ispirata al fumetto statunitense. Sky Blue è il risultato di un intenso sforzo artistico e produttivo, dovuto alla testardaggine del regista Moon-Sang Kim, che ha lavorato al progetto per sette anni, ma anche a centinaia di di talentuosi artisti e animatori locali, che hanno contribuito alla sua realizzazione.