mercoledì 26 novembre 2014

DARTH VADER SAMURAI


Pare che, a suo tempo, nel tratteggiare la figura di Darth Vader Lucas si fosse ispirato anche agli antichi samurai (che la sua armatura ricorda molto). Ora se ne sono accorti anche i giapponesi, che cominciano a proporre il personaggio proprio in veste di antico guerriero (ovviamente in compagnia di stoormtrooper a loro volta samurai).

martedì 18 novembre 2014

STAR TREK IN GIAPPONE


DeAgostini Giappone pubblica il collezionabile contenente le astronavi (e relativi fascicoli) di Star Trek. Per veri trekker!


giovedì 20 marzo 2014

IL FUTURO VISTO DAL PASSATO


Esiste una branca del design, nota come space age design, che ha prosperato all’incirca tra il 1957 e il 1969, anni rispettivamente del lancio del satellite russo Sputnik e dell’atterraggio americano sulla Luna. Uno stile che ha in parte convissuto e in parte coinciso con l’Atomic design che, dalla fine degli anni Quaranta, ha portato in auge negli oggetti quotidiani i simboli del nucleare, a tratti visto come potenziale fonte di benessere e a tratti quale pericolo di guerra atomica. In quel periodo di euforia spaziale, il futuro era carico di aspettative positive e per l’umanità, che si allontanava a grandi passi dal secondo conflitto mondiale, la scienza e la tecnologia erano portatrici di benessere, comodità, meraviglie che si riverberavano sugli oggetti del quotidiano. I designer, come moderni demiurghi, trasformarono quell’impalpabile desiderio di novità, quella voglia di toccare le stelle, in oggetti dalle curve seducenti, in utensili di plastica colorata, in elettrodomestici dalle forme avveniristiche. Lampade, orologi, aspirapolvere, sedie, giocattoli, radio, tutto assunse forme e colori che ricordavano sale di aspetto di astronauti, strumentazioni degne di cosmonauti. Circa venti anni destinati a lasciare un segno fortissimo e indelebile nell’immaginario, durante i quali il futuro è stato, tutto sommato, più futuristico (quantomeno nelle forme e nelle emozioni) del vero futuro che sarebbe arrivato in seguito per trasformarsi in presente. Dopotutto, l’immaginazione è più potente della realtà. 
Di quel senso del meraviglioso che, almeno in parte, si riversò sul reale si è cibato il volume Souvenir dall’impero dell’atomo, straordinario affresco grafico ed emotivo di un’idea del futuro che mai era stata così potente, così palpabile. Il disegnatore Alexandre Clerisse assorbe e rielabora sotto forma di fumetto il design di un’epoca e lo ripropone in tavole dalla composizione libera, dalle gabbie flessibili, con vignette private anche dei loro contorni, uno stile grafico che sposa la sintesi francese con le linee morbide della space age e i sogni scientifici e fantascientifici della letteratura di genere del tempo, non a caso più volte citata sotto forma di magazine come Amazing Stories e Galaxy, che i fan di SF ben conoscono. Al tutto aggiunge un efficacissimo uso del colore, che alterna vivacissimi cromatismi con mezzetinte in bianco e nero a seconda delle esigenze narrative. Per non parlare di quando il disegno si fa retrò per citare le tavole di Buck Rogers, capostipite dei comics fantascientifici. 
Ma se il disegno incanta, seduce, meraviglia, in un susseguirsi di tavole ricche di innovazioni grafiche, di futuristici marchingegni, di sofisticati arredamenti e accattivanti automobili, non è mai fine a se stesso, al contrario al servizio di una storia intrigante, complessa e a sua volta perfettamente in sintonia con gli anni Cinquanta e Sessanta nei quali è ambientata. Lo sceneggiatore Thierry Smolderen ha saputo distillare l’essenza del periodo per infonderla in una trama che fa convivere diverse idee di futuro, recuperando anche alcune inquietudini dell’Atomic Age. Anche la scelta di non seguire una narrazione lineare, ma di saltare avanti e indietro nel tempo, lungo gli anni Cinquanta e Sessanta è probabilmente frutto del desiderio di non lasciarsi imbrigliare da un'unica linea narrativa, un unico flusso temporale, ma di cavalcarne molteplici, perché il futuro non è poi così facile da determinare. 
Al centro della vicenda vi è Paul, un dipendente del Pentagono che sostiene di essere in contatto telepatico con Zarth Arn, un eroe galattico che vive 121.000 anni nel futuro, in un impero galattico, l’Impero dell’Atomo, che comprende centinaia di sistemi planetari e domina la galassia da centomila anni. Paul trasporta le conversazioni col suo interlocutore del futuro in migliaia di pagine scritte, in diagrammi, disegni, carte astronomiche, appunti. Quando viene scoperto dai suoi superiori, la sua ossessioni gli costa il posto di lavoro e lunghe conversazioni con uno psichiatra. Ma, ancora peggio, attira l’interessamento di un malvagio che non ritiene la sua storia del tutto fasulla. Gibbon Zelbub, questo il suo nome, ha sviluppato un metodo per accedere alla mente di qualsiasi individuo e di carpirne i segreti. Da Paul, ovviamente, vuole informazioni sull’Impero dell’Atomo e, soprattutto, sulle sue terribili armi. Comincia quindi una lotta su molteplici piani, presente e futuro, realtà e suggestioni mentali, bene e male. Sul tutto, poi, aleggia un dubbio: l’Impero dell’Atomo esiste (esisterà) davvero? Paul possiede un dono straordinario o è solo un sognatore, un pazzo? Ai lettori la risposta, e il rimpianto per una visione del futuro ormai diventato nostalgico passato. 

Thierry Smolderen e Alexandre Clerisse 
Souvenir dell’Impero dell’Atomo 
Bao Publishing 
pp. 146 
euro 19,00