lunedì 30 gennaio 2012

SKY CAPTAIN


In un anno imprecisato, ma probabilmente tra le due Guerre Mondiali, i più importanti scienziati del mondo svaniscono uno dopo l'altro. Poco dopo, in una New York crepuscolare, strane macchine volanti simili a pipistrelli meccanici oscurano il cielo. Sulla 5th Avenue giganteschi robot calpestano chiunque si trovi sul loro cammino, rischiando di uccidere anche l'intrepida giornalista, rigorosamente bionda, Polly Perkins. Chi salverà la bella e il mondo intero in pericolo? Certamente l'intrepido Sky Captain, asso dell'aviazione americana, che tenendo saldamente la cloche del suo caccia si getta in picchiata contro i nemici dell'umanità. Benvenuti nel film Sky Captain and the World of Tomorrow.
Captain Sky siamo noi, o perlomeno quelli di noi che hanno parecchi capelli grigi in testa e che da ragazzini, di domenica pomeriggio, si recavano in qualche oscuro cinema di periferia, magari parrocchiale, per vedere due vecchi film al prezzo di uno. C'era di tutto da King Kong a Godzilla, dalle pellicole di lottatori messicani ai film di fantascienza in bianco e nero. In mezzo a mostri spaziali, astronavi gigantesche, duelli arei, scienziati pazzi e fanciulle rapite, ci sentivamo tutti un po' eroi, pronti alle imprese più incredibili impugnando una pittoresca pistola a raggi. Molti dei quei lungometraggi erano datati, oppure B movies che si rifacevano a filoni di qualche tempo addietro. Pellicole davanti alle quali i ragazzini americani avevano fantasticato qualche decennio prima, e che in molti casi attingevano a un serbatoio di idee e immagini prelevate dal mondo dei fumetti e dei pulp, le riviste a basso costo che pubblicavano romanzi e racconti illustrati. Il film Sky Captain and the World of Tomorrow, va consapevolmente a ripescare in quell'immenso serbatoio di idee e suggestioni, e lo fa con un intento evidentissimo: sfidare il tempo per riportarci a rivivere quei mondi fantastici nati tra gli anni Trenta e Quaranta, ma che molti riverberi hanno avuto anche sul mondo dell'intrattenimento post Seconda Guerra Mondiale. Esperimenti di questo tipo, anche ben riusciti, erano già stati effettuati. Basti pensare a quella coppia di eterni ragazzini che sono George Lucas e Steven Spielberg, che nei cicli di Indiana Jones e Star Wars hanno effettuato la medesima opera di “saccheggio”, tuttavia adattata a tempi più moderni. Kerry e Kevin Conran, fratelli e rispettivamente regista e designer di Sky Captain, invece, si sono posti l'obiettivo di ricreare non solo spunti narrativi e situazioni rocambolesche, ma anche e soprattutto un intero mondo, dal design ai grattacieli, dai mezzi meccanici alla moda, dai robot alle astronavi, tutte cose che il cinema, le riviste, i fumetti avevano immortalato. E si sono spinti oltre, utilizzando anche l'architettura e il design dell'epoca. Negli anni Trenta gli Stati Uniti credevano veramente di poter costruire il mondo del futuro, gli architetti progettavano grattacieli avveniristici e i designer industriali sviluppavano progetti di automobili ed elettrodomestici che ancora oggi ricordano la fantascienza. Spiega lo stesso Kevin Conran: “ci siamo basati sui disegni di Hugh Ferriss, architetto e illustratore degli anni Trenta.” Molti mezzi meccanici, con le loro forme allungate in stile decò, invece sono rielaborazione di progetti di industrial designer del tempo, gente come Raymond Loewy e Norman Bel Geddess. Proprio quest'ultimo è involontariamente responsabile dell'areoporto volante su cui atterra Sky col proprio aereoplano, che se anche a molti ricorderà l'eliporto dello S.H.I.E.L.D. (anche grazie alla benda nera in stile Nick Fury sull'occhio di Angelina Jolie) è in realtà ispirato al Transoceanic Passenger Plane Aircraft progettato da Bel Geddess nel 1929 e mai costruito. Ma ogni dettaglio di Sky Captain rimanda a qualcos'altro, alle pistole a raggi di Flash Gordon, all'Empire State Building di King Kong, ai robot assassini di Astounding Stories, ai levigati razzi spaziali di Amazing Stories, a un incalcolabile numero di fumetti, romanzi, film, a loro volta citati in altri fumetti, romanzi, film. I dirigibili, i robot giganti che calpestano le automobili, Sky Captain che piomba giù dal cielo col proprio caccia, il cattivo Dr. Totenkopf che intende dominare il mondo, il suo segreto nascosto tra gelide vette, la città proibita e completamente automatizzata, sono ricordi che emergono dalle nebbie del tempo e della memoria, ma una volta ricomparse davanti ai nostri occhi riacquistano immediatamente il fascino e la credibilità infantile che avevano decenni fa. Oggi Sky Captain è stato realizzato con un uso abbondantissimo della teconologia, a parte gli attori, infatti, quasi tutto il resto è opera di computer graphic. Tutto ciò che negli ultimi settant'anni era stato creato con la matita, i pupazzi, la pellicola, ora riprende vite grazie ai computer. In questa ulteriore sfida tra futuro artigianale e futuro digitale è difficile dire chi ha vinto, certo è che tutti i computer del mondo sarebbero totalmente inutili se privati delle idee di quegli uomini che, molti decenni addietro, furono capaci di sognare un mondo totalmente nuovo, il mondo del futuro.

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