sabato 19 febbraio 2011

UNA RAY GUN ITALIANA



Chi pensa che i giocattoli spaziali siano esclusivamente, o quasi, di produzione statunitense e giapponese si sbaglia. Anche le aziende e i creativi italiani negli anni hanno avuto le loro botte d’ingnegno, come avremo modo di vedere col passare dei post. Si comincia con questa meravigliosa pistola spaziale automatica (o space automatic pistol, come riportato sulla scatola, che da un lato presenta scritte in italiano e dall’altro in inglese, probabilmente per poter esportare il giocattolo). Acquistata su ebay, non presenta informazioni sulla sua data di produzione. Presumo però sia stata realizzata nella prima metà degli anni Sessanta. Questo perché la Lima comincia a produrre giocattoli nel 1954, ma dato che l’oggetto è di plastica (guarda caso inventata sempre nel 1954, ma necessitò di qualche anno per imporsi) dovrebbe essere di qualche anno successiva. Inoltre, credo che nella metà degli anni Sessanta l’azienda fosse già completamente concentrata sui trenini, diventati suoi cavalli di battaglia. Infine, c’è la questione della pila, la pistola infatti funziona con una torcetta da tre volt che negli anni Sessanta era molto diffusa, ma nei Settanta stava già sparendo a vantaggio di quelle da 1,5 volt.
La pistola spaziale ha un po’ l’aspetto di una pistola “adattata”: alla classica pistola a tamburo a sei colpi vengono aggiunti dettagli fantascientifici, tipo i “circoli” sulla canna (tipici delle ray gun), l’immagine di Saturno sul calcio e, soprattutto, luce e suono. Schiacciando il grilletto, infatti, si illumina una lampadina posta all’interno della canna e visibile grazie a una finestrella in plastica rossa trasparente. Il suono, un po’ stridulo, ha il sapore degli effetti sonori dei B-movie anni Cinquanta. Per scoprirlo, ho dovuo far costruire una pila da tre volt da un tecnico che l’ha ottenuta assemblando due pile da 1,5 volt, così la ray gun è tornata al suo antico splendore.
Anche la scatola in cartone è un piccolo gioiello. Oltre a essere bilingue, come già sottolineato, ha una forma che segue la sagoma della pistola. Non si tratta di un semplice vezzo. Dato che da un lato presenta due tagli paralleli, presumo fosse stata studiata per inserivi la cintura dei pantaloni, rendendola così una fondina che qualsiasi bambino poteva portare al fianco. Altro tocco di genio, su un lato della scatola è riportato il codice morse, così la pistola più che un’arma diventa uno strumento di comunicazione. Schiacciando il grilletto più o meno a lungo si ottengono luce e suoni corti e lunghi, tipici del codice morse. Posso solo immaginare la gioia dei bambini che la ricevevano in regalo. Personalmente mi sono divertito moltissimo nel “riportarla in vita” e nel ricercare dettagli sulla sua storia. È uno degli aspetti piacevoli del collezionare giocattoli.


1 commento:

  1. Ciao Davide, complimenti per il post. Sono anch'io un appassionato di giocattoli spaziali e raygun, e posso capire il tuo entusiasmo per un pezzo davvero raro.

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