lunedì 14 febbraio 2011

QUEL GRAN FETENTONE DI JOE GALAXY!


Gran figlio di puttana quel Joe Galaxy.
Ricordo come fosse ieri la prima volta che lo incontrai. Mi trovavo al Cosmic Bar, nella galassia di Andromeda, l'ultima bettola dello spazio conosciuto, ed ero intento ad attirare l'attenzione di una bella sventola venusiana con quattro poppe da far girare la testa, sicuramente gonfiate con betasilicone, ma pur sempre poppe. Tutto a un tratto ecco che fa il suo ingresso Joe e, notata la pupa, le si avvicina e la incanta raccontandogli non so quale storia di pirati spaziali: tutte palle, certo, ma sta di fatto che quella gnocca aliena ci casca e io resto a bocca asciutta. Joe è fatto così, uno sparapalle cosmico, ma chissà perché in grado di incantare qualsiasi femmina, incluse le cardassiane che, come tutti voi sapete, aborrono qualsiasi contatto fisico con l'altro sesso. Non credo che sia il suo aspetto fisico ad attirarle, dopotutto un umanoide col becco d'aquila e quattro dita per mano non è il massimo dell'estetica (anche se in questo cesso di universo ho visto di molto peggio), ma piuttosto i suoi modi da macho, la sua capacità di cacciarsi in guai di ogni tipo e di uscirne sempre illeso.
Non è facile andare d'accordo con Joe, vuole sempre fare di testa sua e ha il laser facile, tuttavia qualche lavoretto insieme siamo riusciti a combinarlo, anche un po' al di là della legge (in questo caso meglio sorvolare sui particolari), ma dopo un po' lui ti molla, sparisce all'improvviso senza lasciare traccia. Lo capisco è un'aquila solitaria, abituata ad afferrare il cosmo per le palle e a strizzargliele ben bene.
Ora è da qualche ciclo astrale che non lo vedo più, ma proprio qualche parsek fa ho scoperto una cosa che mi ha fatto scompisciare dalle risate: in una galassia molto lontana dalla nostra, in un pianeta che si chiama Terra hanno realizzato dei fumetti con lui protagonista. Proprio così, un tizio chiamato Massimo Mattioli nel 1978 (data del luogo) ha cominciato a scrivere e disegnare storie così pazzesche che solo quel gran paraculo di Joe può avergliele raccontate. E quelle storie sono apparse su parecchie riviste: Il Male, Cannibale, Frigidaire, Comic Art, per poi essere raccolte in volume (sempre da Frigidaire e Comic Art).
A vederle non ci credereste, una esplosione di colori che mi dicono rifarsi a uno stile artistico aborigeno chiamato pop art, col vecchio Joe che spara, ammazza, scopa e impreca come ai bei vecchi tempi. Leggendole mi sono sentito ringiovanire di vent'anni e sono arrivato a una conclusione: è proprio un gran figlio di puttana quel Joe Galaxy!

1 commento:

  1. Concordo, Joe Galaxy è tutto ciò che scrive il (quasi) misterioso estensore di questo advanced blog e molto di più. Lo straordinario Joe Galaxy. Ricordo ancora - come se l'avessi appena letto - l'incipit della storia "My Feet", pubblicata su "Comic Art n° 61" del novembre 1989. Tutto iniziava con i pensieri di Joe Galaxy: "Non avevo la più pallida idea di dove stavo andando. Seguivo i miei piedi. Anche qualcun altro seguiva i miei piedi. Mi fermai davanti alla vetrina di un fabbricante di pianeti e finsi di interessarmi alla merce. I passi si fermarono. Non mi girai. Ripresi a camminare alla cazzo". Ecco, questo incipit, che altro aggiungere? Indimenticabile.

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